Di Eric Pedersen,
Head of Responsible Investments Team di Nordea Asset Management

Sebbene il crescente scetticismo verso la sostenibilità stia trovando sempre più spazio nei titoli di giornale, affermare che l’investimento ESG sia ormai superato risulta una grossa esagerazione. Al contrario, il movimento degli investimenti responsabili continua a consolidarsi, mentre le normative a sostegno vengono progressivamente implementate a livello globale.

Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali statunitensi di quest’anno, potremmo assistere a un dibattito politico più acceso attorno all’acronimo ESG. Tuttavia, ciò non fermerà il crescente interesse per i fattori di sostenibilità, che stanno trovando una solida collocazione negli investimenti mainstream. L’attenzione ora è rivolta ai gestori patrimoniali, sempre più chiamati a dimostrare la solidità e l’integrità delle loro dichiarazioni in materia di sostenibilità.

Persistono i timori di greenwashing

Negli ultimi mesi sono emerse numerose narrazioni su un presunto esodo degli investitori dalle strategie ESG. Tuttavia, tali racconti non riflettono l’intera realtà. Mentre l’ultimo trimestre del 2023 ha registrato i primi deflussi dai fondi classificati come articolo 8 e 9 ai sensi della SFDR, gli asset gestiti in questi fondi hanno raggiunto un nuovo massimo in Europa, rappresentando quasi il 60% delle masse gestite complessive. In effetti, gli asset globali investiti in fondi classificati come “sostenibili” da Morningstar sono cresciuti da 2,5 trilioni di dollari alla fine del 2022 a quasi 3 trilioni alla fine dello scorso anno.

Un’analisi più approfondita dei dati europei raccolti da Morningstar rivela che i maggiori deflussi hanno riguardato fondi articolo 8 senza un impegno minimo concreto verso investimenti sostenibili definiti dalla SFDR. Questo fenomeno sembra correlato ai timori di greenwashing, con investitori che esaminano con maggiore attenzione le strategie ESG percepite come poco differenziate rispetto ai veicoli tradizionali. Questo dimostra come persistano dubbi sulla genuinità delle dichiarazioni ESG da parte di alcuni investitori.

Nonostante tali preoccupazioni, sondaggi tra investitori istituzionali e retail continuano a mostrare un chiaro interesse per la creazione di valore finanziario accompagnata da un impatto ambientale e sociale positivo. Pur senza sacrificare i rendimenti, gli investitori richiedono ai gestori di ottenere profitti che rispettino valori personali e istituzionali in evoluzione.

L’importanza dei criteri ESG emerge con forza, in particolare quando si parla di governance aziendale. Una maggioranza significativa degli investitori ritiene che le aziende debbano ridurre al minimo il loro impatto ambientale e sociale negativo. Più del nome di una strategia, conta ciò che viene effettivamente dimostrato.

Normative in evoluzione

Le regolamentazioni continuano a sostenere le aspirazioni degli investitori in materia di sostenibilità. Nell’UE, sono in corso aggiornamenti e chiarimenti riguardo alla normativa SFDR, mentre nuove disposizioni sul contenuto e la denominazione dei fondi ESG sono ormai imminenti. Nel Regno Unito, la SDR sta introducendo categorie specifiche di prodotti ESG, offrendo maggiore chiarezza e riducendo l’incertezza che ha finora ostacolato alcuni investitori nel tradurre le proprie preferenze di sostenibilità in un portafoglio concreto. Le prossime fasi della SFDR sembrano allinearsi a questa stessa filosofia.

A livello globale, con Stati Uniti, Giappone, Singapore e altre nazioni che continuano a implementare regolamentazioni per promuovere la finanza sostenibile, il quadro normativo è destinato a rafforzarsi. Dai dialoghi con i nostri investitori emerge un messaggio chiaro: i fattori ESG stanno acquisendo sempre più rilevanza, con un’attenzione crescente ai dettagli su cosa si intenda realmente per “rendimenti con responsabilità”. Non basta affermare un generico allineamento ESG; è necessario offrire contenuti concreti, una stewardship efficace nei portafogli, e strumenti specializzati in ambiti cruciali come il clima e la diversità e inclusione.

Anche la certificazione esterna dei processi ESG diventerà sempre più centrale. In particolare, sul fronte istituzionale, persino i mandati e le strategie non esplicitamente ESG iniziano a includere richieste specifiche riguardanti la stewardship, l’impegno aziendale e il voto nelle assemblee generali. Simili esigenze emergono anche in ambito climatico, mentre la sfida di contribuire alla decarbonizzazione reale si intensifica.